Bello vero? Questa è una pavimentazione realizzata totalmente con le resine. Unica, d’impatto e ultra contemporanea, con un risultato estetico eccellente.
Ma cosa si cela dietro a questa lavorazione? Molti ignorano e sottovalutano il fatto che, prima di decidere se applicare una resina in alternativa ad una pavimentazione in piastrelle, è necessario assolutamente capire su quale tipo di superficie si andrà a posare.
Questo non per fare allarmismo, ma per una buona riuscita. La cosa più importante, infatti, per ottenere un ottimo risultato ma soprattutto non avere né problemi né contestazioni da parte del cliente, anche in futuro.
Partiamo da un primo aspetto: la resina si può applicare su molti supporti: massetti, pavimentazioni esistenti, muri, legno ecc. Conoscerne le caratteristiche è quindi, seppur molto tecnico, di fondamentale importanza.
Queste “dritte” sono sicuramente utili sia se sei un applicatore professionista, sia se da fai da te ti volessi cimentare, anche per la prima volta.
IL SOTTOFONDO
Partiamo quindi dalle basi e di quello che si trova sotto la nostra pavimentazione: il SOTTOFONDO.
Per sottofondo intendiamo lo strato orizzontale che si trova sotto il pavimento. In gergo tecnico è il massetto, che ha la funzione di livellare la superficie prima del rivestimento e inglobare eventuali condotti impiantistici. Generalmente, quello più diffuso, è quello in calcestruzzo – un mix di cemento, sabbia ed acqua – che fino a qualche anno fa, almeno in Italia, veniva fatto purtroppo ad occhio.
RICORDA! LA RESINA CREA UNO STRATO DI POCHI MILLIMETRI E NON POTRÀ RISOLVERE I PROBLEMI DI UN SOTTOFONDO NON IDONEO.
La prima cosa da fare è accertarsi che il massetto sia stato realizzato a regola d’arte.
Il massetto deve assolutamente essere:
- PIANO: se fosse inclinato creerebbe una serie di problemi
- DURO
- COMPATTO
- SENZA CREPE
- ALLA GIUSTA QUOTA: se devi stendere una resina di 3 mm. deve essere così su tutta la superficie
- ASCIUTTO
- avere UNO SPESSORE DI ALMENO 6 CM se si prevede il passaggio di impianti idraulici, di riscaldamento termicamente isolati. In questo caso dovrà essere armato con rete elettrosaldata che eviterà la formazione di crepe e cedimenti. MAI LASCIARE I TUBI A FILO DELLA SUPERFICIE perché il calcestruzzo non aderisce sulla gomma e quindi si potrebbero formare delle crepe. Inoltre, gli sbalzi di temperatura causati dal passaggio di acqua fredda/calda, inevitabilmente, creerebbero uno shock termico, causa di formazione di cavillature della superficie. Per il massetto consigliamo un dosaggio di almeno 350 kg/mc di cemento con una giusta granulometria ed un diametro inferiore ad 1/4 dello spessore del massetto, con un rapporto acqua/cemento il più basso possibile ma che renda comunque lavorabile l’impasto. Questo porta una durezza alla compressione maggiore.
- essere RESISTENTE AGLI URTI. Questo dato va assolutamente rispettato poiché i pavimenti in resina, per loro natura, non hanno la capacità di distribuire i carichi concentrati. Per chiarire: se su una piastrella metto un peso di 100 kg, questo peso viene distribuito su tutta la piastrella. Per la resina non è così poiché i 100 kg saranno caricati solo sul punto in cui c’è questo peso. E questo è un problema assolutamente da non sottovalutare.
Facciamo un esempio un po’ estremo: poniamo di voler fare un pavimento in resina su una superficie di polistirolo (per dare un’idea di un sottofondo morbido) e di averlo rasato con del calcestruzzo. Se applicassi un pavimento in piastrelle, le probabilità che possa sopportare la compressione sono alte, perché la piastrella distribuisce tutto il peso uniformemente su tutta la superficie. Se invece dovessi applicare della resina, proprio per lo spessore minimo della stessa che non può sopperire ad un sottofondo inadeguato, si potrebbero creare dei difetti/segni non imputabili alla resina stessa.
Possiamo quindi affermare che l’idoneità di un sottofondo alla posa di una pavimentazione è quello della sua resistenza alla compressione. Generalmente in ambienti residenziali le resistenze minime richieste per ricevere una pavimentazione in resina sono pari ad almeno 30 N/mm2.
Ricordatevi anche che lungo tutto il perimetro, il massetto deve avere un taglio dove dovrà essere inserita una “bandellina”, che consentirà di tenerlo staccato dal muro. Questi tagli, oltre a garantirci un isolamento acustico, eviterebbero la formazione di crepe dovute a movimenti e o assestamenti.
L’UMIDITA’
L’umidità è l’elemento da tenere in considerazione più importante per non avere problemi con le resine. L’umidità è un grosso nemico della resina, anche se utilizziamo delle resine a base acqua o microcementi.
Partiamo da questo concetto: IL LIVELLO MASSIMO ACCETTABILE DI UMIDITA’ RESIDUA NON DEVE SUPERARE IL 4%. Questo è il motivo per il quale un pavimento posto su solette a terra o vespai non sufficientemente areati o addirittura inesistenti, non sono superfici idonee all’applicazione delle resine, salvo che non venga creata un’efficace barriera al vapore che eviterà la cosiddetta umidità di risalita.
Per verificare la percentuale di umidità è utile servirsi di un igrometro.
PERCHE’ LA RESINA TEME COSI’ TANTO L’UMIDITA’?
Prima di rispondere a questa domanda, chiariamo cosa significa BARRIERA AL VAPORE.
E’ un processo di isolamento che blocca l’umidità di risalita. Laddove non viene realizzata una barriera al vapore, attraverso un massetto fatto a regola d’arte durante le fasi di costruzione (casi molto rari nelle nuove costruzioni) avremo sicuramente una casa malsana. Generalmente troviamo queste situazioni in case che hanno una certa età costruttiva e, in questi casi, viene realizzata una barriera al vapore al di sopra del massetto per evitare che l’umidità posso risalire.
Soluzione accettabile se poi applicheremo piastrelle o materiali che con il loro peso riusciranno a resistere alla spinta negativa dell’umidità. Se poi l’idea è di applicare una resina, questa non riuscirà a contrastare la spinta e si formeranno nel tempo le famose bolle.
Se non viene realizzata nessuna barriera al vapore avremo una risalita diretta di umidità che nel tempo creerà delle macchie, un rammollimento della superficie e in alcuni casi un disgregamento dei leganti causato dai sali contenuti nella stessa.
In ogni caso non avere un isolamento sicuro contro l’umidità è un errore costruttivo. Se anche verrà risolto al di sopra del massetto, le probabilità che l’umidità si presenti lungo i muri perimetrali è molto alta.
PERCHE’ UNA CASA HA UMIDITA’ DI RISALITA?
L’umidità potrebbe esserci anche dove è stato realizzato un lavoro a regola d’arte con la famosa barriera al vapore. In questo caso è solo un problema di asciugatura.
Ad esempio, un massetto tradizionale composto da sabbia, cemento e acqua, avrà un’asciugatura di un centimetro ogni 20 giorni. Significa che un massetto di 6 cm asciugherà in 120 giorni, cioè in quattro mesi (questo dato può variare in base al periodo in cui è stato realizzato).
Concludendo dobbiamo fare molta attenzione nel verificare con certezza la presenza della barriera al vapore, nel caso se ne scoprisse l’assenza consiglieremo al nostro interlocutore di non procedere prima di aver fatto un risanamento. Con soluzioni blande il problema verrà solo rimandato e la casa rimarrà comunque malsana.
IN SINTESI, ECCO COSA DEVI VERIFICARE PRIMA DI APPLICARE UNA RESINA:
In generale le superfici su cui sarà applicata la resina devono avere le seguenti caratteristiche:
- Planarità
- Coesione
- Porosità
- Percentuale di umidità inferiore al 4 %
- Ottima resistenza alla compressione
- Assenza di crepe
Devi avere coraggio, se sei un professionista, di sconsigliare l’applicazione della resina su superfici inadeguate, oppure consigliare il rifacimento del massetto per non incorrere in contestazioni.
La resina è una materiale bellissimo che però ha bisogno di attenzioni maggiori rispetto ad un rivestimento tradizionale. Per questo, seguire queste regole, ti aiuterà a realizzare davvero un lavoro perfetto e duraturo nel tempo.